Multare un motore di ricerca, perchè tra i suoi risultati non esclude i link a siti che “ai siti riproducenti in tutto o in parte l’opera, diversi dal sito ufficiale del film”.
In Italia si può.
Lo ha deciso la nona Sezione del Tribunale di Roma, che ha emanato una sentenza nei confronti di Yahoo!, colpevole di aver violato i diritti di sfruttamento economico sul film ‘About Elly’.
Oggetto della sentenza: una query. Una ricerca. Come quelle che milioni di utenti fanno ogni giorno, perchè secondo i giudici il motore di ricerca sarebbe tenuto a offrire solamente “risultati ufficiali” come risultati delle ricerche.
Il Tribunale di Roma ha effettivamente riconosciuto l’impossibilità materiale per i motori di ricerca di “effettuare un controllo preventivo sui contenuti dei siti sorgente a cui è effettuato il link”, ma al tempo stesso ha sostenuto che Yahoo! era a conoscenza dei link per film pirata, e nonostante questo non ha effettuato alcuna rimozione.
Dal motore di ricerca non è arrivato ancora nessun commento sulla vicenda, ma è comunque tutto da vedere l’effetto che questa situazione creerà su altri colossi della ricerca e della riproduzione di video online, come Google e YouTube.
Sarà più difficile trovare link ai siti che contengono contenuti pirata?
“Questa sentenza è discutibile e pericolosa soprattutto perché recupera un concetto di iper-responsabilità da link che già da almeno un decennio sembrava definitivamente archiviato – commenta su Repubblica Andrea Monti, avvocato esperto di diritto d’autore nei nuovi media e fondatore di Alcei – Se già è discutibile che qualcuno possa essere considerato responsabile dei contenuti linkati su un’altra risorsa, al di fuori del suo controllo, a maggior ragione è inammissibile far valere un discorso del genere per un sistema che i link li genera automaticamente, sulla base di un algoritmo e dunque, in automatico, senza alcuna consapevolezza della liceità o meno dello specifico contenuto”.